Certificati Bianchi: il perchè dell’impennata dei prezzi

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Certificati bianchi: l’aumento dei prezzi e le previsioni della SEN 2017

I certificati bianchi, insieme ad altre misure per l’efficienza energetica, hanno permesso il risparmio di  “ 10,7 milioni di tep all’anno di energia primaria e oltre 3,1 miliardi di euro di mancate importazioni che hanno alleggerito la bolletta energetica del paese.” E hanno creato valore aggiunto per il paese.

Fino a qualche mese fa il meccanismo dei certificati bianchi era tra i più convenienti del settore industriale a parità di risparmio ottenibile. 
Con il recente aumento dei prezzi questa convenienza è, però, venuta meno.

La Strategia Energetica Nazionale 2017, o SEN, prevede di potenziare e semplificare il meccanismo dei certificati bianchi.

Aggiornamento del 27 maggio 2020

Il 30 aprile 2019 è stata approvata la Guida operativa con le indicazioni per l’accesso ai Certificati Bianchi.Il 9 maggio 2019, invece, è stata approvata una Guida Operativa valida per presentare progetti che non riguardano interventi di efficienza energetica. Se sei interessato a capire tutte le modifiche che hanno subito i Certificati Bianchi dai un’occhiata all’articolo in cui spieghiamo cosa sono i Certificati Bianchi e come otterneli.


Tra le nuove categorie di intervento per cui richiedere i certificati c’è, infatti, anche la realizzazione di edifici NZEB, ovvero “Near  Zero Energy Building”. Edifici a consumo di energia quasi zero, ovvero edifici che consumino molto meno e che inquinino meno. Una soluzione costruttiva che porterebbe, oltre a risparmi in bolletta, anche a un miglioramento di qualità dell’aria, assolvendo agli obiettivi di diminuzione dell’inquinamento.

Perché è aumentato il costo dei certificati bianchi?

Dal decreto 2014 sui Certificati Bianchi ci sono voluti ben 3 anni per il nuovo decreto.

La lentezza normativa ha portato ad un periodo di incertezza. Si iniziava a fare un progetto e ci si aspettava che da un momento all’altro la legge ti cambiasse le carte in tavola. Nel 2017, finalmente, è arrivato il nuovo Decreto 11 gennaio 2017.

La tanta attesa non è stata, però, ricambiata. Il nuovo decreto ha portato con sé molte modifiche che hanno reso il meccanismo sempre più lento e meno efficiente.

La prima modifica che ha inciso proprio su tempo e denaro investito è stata eliminare il coefficiente di durabilità tau e mantenere solo “U” indicatore di “vita utile”. Si è arrivati così a raddoppiare il tempo necessario al riconoscimento dei risparmi, e dunque dei Certificati.


Progetti che si allungano, si dilatano fino a far riflettere sulla convenienza, soprattutto per le ESCo, di investire in questo meccanismo.

Tra gli elementi che vengono mantenuti nel cambio di decreto ci sono i risparmi energetici addizionali. I risparmi addizionali tengono conto dell’evoluzione tecnologica. Nella pratica, però, comportano la  diminuzione dei risparmi ottenibili.

Le tipologie di progetto

  • Mentre i progetti a consuntivo hanno pressochè mantenuto le stesse procedure rispetto al precedente decreto.
  • Per i progetti standard è cambiato tutto. Sono sparite le schede che descrivevano nel dettaglio gli interventi standardizzati, non ci sono più regole chiare su come i progetti vengono valutati dal GSE, nessuna informazione sui costi di investimento ammissibili. E si sta lì a cercare di “indovinare” quale sia la cifra più adeguata da investire per ottenere il massimo risparmio senza però rischiare di spendere troppo poco. Perennemente su un filo, cercando di trovare l’equilibrio.

Le bocciature del GSE

In un momento di incertezza continua iniziano ad aumentare i casi di richieste respinte dal GSE: impennata delle bocciature. E tecnici che si chiedono “perché” senza saper trovare una risposta. Vari tentativi successivi per ritentare presentando una richiesta che si pensa sia “migliore” e verrà quindi accettata.

Il mercato “corto”

Come stabilito dal Decreto, i distributori di energia elettrica e i distributori di gas naturale con più di 5000 clienti finali fino al 31 dicembre dei due anni precedenti devono conseguire, nel periodo 2017-2020, gli obiettivi quantitativi nazionali annui di risparmio energetico conseguendo quantità ben precise di Certificati Bianchi per ciascuno dei 3 anni.(art. 3 e 4 del Decreto 11 gennaio 2017 del Ministero dello Sviluppo Economico).


Tra un tentativo e l’altro però i titoli disponibili sul GME ( Mercato Energetico) iniziano a diminuire drasticamente. Diminuiscono tanto che si inizia a parlare di mercato “corto”: la domande supera l’offerta.

Ecco che arriva quello che nessuno si sarebbe augurato: i prezzi dei Certificati Bianchi arrivano alle stelle. In pochi mesi si arriva a 350 euro, un aumento medio del 260%.

Il meccanismo dei certificati Bianchi va aggiornato e rafforzato per rendere più semplice l’accesso e quantificare in modo più preciso il risparmio energetico raggiungibile.

Novità di Marzo 2018

  • Per far sì che si continui a progredire nell’efficientamento in campo sia industriale sia civile, il 2 marzo,  Calenda, il Ministro dello Sviluppo Economico ha avviato la concertazione dalla quale si avrà un nuovo decreto per i Certificati Bianchi.
  • Il Gse potrà emettere titoli “allo scoperto” a 260 euro per  permettere il raggiungimento degli obiettivi ai soggetti obbligati. E’ di qualche giorno fa, l’annuncio ufficiale di Mauro Mallone, dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico, durante l’intervento al convegno tenutosi a  Roma sulle proposte degli operatori. Una decisione, che lo stesso Mallone, definisce come “ultima spiaggia” per tentare di riequilibrare il mercato.

Non ci resta che stare a vedere se questo provvedimento risolverà le attuali problematiche legate ai Certificati Bianchi e rimetterà in moto il meccanismo dell’incentivo.

Ci auguriamo che la firma del Ministero per avviare la concertazione porti presto ad avere un nuovo decreto che sia più chiaro nelle procedure e nelle regole da rispettare e che riesca a riequilibrare il mercato in modo da poter proseguire il cammino verso l’efficientamento energetico nazionale.

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